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mercoledì 7 gennaio 2015





Sembra un gioco dell’oca, ma non è un gioco. E’ una roulette. Una roulette russa, quelle fatte con un colpo solo in canna. E’ la mappa mondiale delle città dell’amianto. Dall’Oceano Indiano agli Stati Uniti, passando per l’Europa, l’Africa e l’America Latina. La pubblica  il Manifesto in un paginone centrale oggi mercoledì 7 gennaio 2015. Veniamo a scoprire che ci sono città nel mondo che hanno come toponimo quello dell’asbesto. Asbetos in Canada, Asberge in Sudafrica, Asbest in Siberia, Asbetos Colony in India. In Italia abbiamo invece la più grande fabbrica di amianto di Europa. Si trova a Balangero, un nome che fa pensare più ad un ridente paesino dell’Andalusia o dell’Algarve portoghese, mentre invece si trova in Piemonte, vicino a Casale Monferrato, altra città dell’amianto. “C’era amianto dappertutto”, scriverà Primo Levi in suo racconto,  a proposito di Balangero, quando vi lavorò nella cava come chimico nel 1941. C’è amianto dappertutto in città, potremmo insistere noi. Le nostre città sono piene di amianto. Tutte le costruzioni del dopoguerra ospitano amianto nelle soffitte, sui tetti, in cantina. L’acciaio e l’amianto sono legate poi da un legame indissolubile e noi a Terni ne siamo consapevoli. Per non dimenticare questo legame segnalo un articolo apparso sul blog del Fattoquotidiano nell’agosto 2012: Amianto, acciaio e malattie di Antonietta M. Gatti, fisico e bioingegnerehttp://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/15/amianto-acciaio-e-malattie-unequazione-matematica/326307/.
La foto è tratta dal Manifesto di mercoledì 7 gennaio 2015.

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