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martedì 15 marzo 2016



L’intreccio di comunicati lettere, smentite, interviste, stanno sconcertando la città:  Narni e la “sua” fabbrica non meritano di essere trattati a questo modo. Quasi con un sollievo, dichiarano i socialisti narnesi, si è assistito alla parola fine da parte della Sgl Carbon, che ha intimato di troncare un tiramolla per niente edificante da parte della cordata che fa capo a Michele Monachino, l’Ad della Elettrocarbonium.
Per i socialisti narnesi il polverone che ha innalzato dietro di sé l’amministratore Monachino, che ha anche informato di avere avuto incontri a Palazzo Chigi è assurdo. "Lo aspettavano al Mise".
Ormai tutto ciò appartiene al passato, come appartiene al passato la tenacia dell'amministrazione e del Sindaco De Rebotti, che si è battuto per una soluzione che tecnici qualificati, in tutte le sedi istituzionali, avevano dichiarato essere quella giusta. 
Ora spazio a nuove forme di reindustrializzazione del territorio che siano stabili e reali e si concretizzi la promessa del pagamento degli stipendi non pagati agli operai.
Il Partito Socialista narnese aspetta ora le successive mosse, che valuterà con rigore ed attenzione, dichiarandosi sin d’ora contrario alla presenza di qualsiasi “traghettatore”, come quelli che si sono proposti nella passata vicenda: a noi, dichiarano, non interessa conoscere il parere di falsi specialisti, di quelli che sembrano avere l’abilità nella chiusura delle fabbriche anziché di un rilancio.


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