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sabato 15 aprile 2023

La denuncia di sessanta edicolanti umbri contro le campagne di marketing editoriali che propongono abbinamenti di quotidiani locali con testate sportive al prezzo di un solo quotidiano. Il costo di questa manovra è a carico dei giornalai in quanto il guadagno finale è calcolato sul prezzo di cessione. Un invito a chiudere le attività e a discapito dell'informazione libera. I giornalai umbri stanno attuando una protesta particolare che potremmo qualificarla come la “protesta del silenzio”. Non espongono le locandine dei giornali locali. In edicola da un po’ di giorni sono spariti quei fogli che urlano le notizie e perciò siamo piombati in un clima di silenzio. Abbiamo chiesto le ragioni di questa protesta ad un giornalaio di Terni Massimo Ciarulli titolare della storica edicola in Viale della Stazione. 


Ciao Massimo, perché questa particolare forma di protesta?

Vogliamo protestare contro scelte di marketing editoriale che erodono i nostri guadagni. Dal primo di aprile Messaggero, Corriere dell’Umbria e Nazione vengono venduti in abbinamento rispettivamente con Corriere dello Sport, Gazzetta dello Sport e Tuttosport al prezzo di un solo quotidiano. Noi rivenditori umbri non contestiamo la legittimità di questa offerta nei confronti dei lettori/consumatori, ma vorremmo che la nostra percentuale di guadagno fosse calcolata sul totale del prezzo dei due quotidiani ceduti e non su uno soltanto, come invece avviene. Al cliente cediamo due giornali, anche se ne paga uno solo.Vediamo raddoppiare il lavoro e dimezzare il guadagno. 

La protesta verso chi è diretta?

La nostra protesta è indirizzata a cambiare questo sistema insostenibile. Pur nella crisi delle vendite dei giornali, le edicole garantiscono ancora l’80% della diffusione. Le vendite digitali non arrivano al 10%. Per i quotidiani locali e per quelli sportivi siamo al 3/4%. Mi sembra un po’ poco per garantire una sopravvivenza editoriale.

Quali misure per arginarla?

Gli editori devono capire che bisogna investire sulle edicole per garantire l’informazione. Meno edicole aperte, meno stampa in circolazione, meno libertà per tutti.  C’è tutta una filiera che sta a valle dell’editore che garantisce turni intensi e pesanti di lavorazione, agibilità e visibilità dei punti vendita, che non viene assolutamente e degnamente retribuita. Richiediamo un giusto compenso per un lavoro che premia solo gli editori. 


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