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mercoledì 2 ottobre 2024

di Andrea Liberati -Italia Nostra Terni

Le prossime notizie locali di cui sentirete poco parlare riguardano l'acqua potabile di Terni, ma anche del circondario. Oggi infatti viene fuori che i velenosi PFAS sono pure nelle acque potabili di brani significativi della provincia. Lo certificano analisi ARPA Umbria, rimaste ignote per sei anni, ma portate in evidenza da 'Italia Nostra'. Ecco: a fronte delle nostre segnalazioni pubbliche del 15 settembre scorso; a fronte delle nostre 10 domande avanzat tramite stampa qualche giorno dopo, restano tuttora assordanti e inspiegabili i silenzi del gestore SII-ACEA, dell'AURI, della ASL 2, della Regione Umbria, dei Comuni interessati. Comuni che, adesso, capiamo come non siano più 'soltanto' Terni e Narni. Sviscerando la misera mezza paginetta sui PFAS nelle acque potabili, pubblicata da ARPA on line, comprendiamo come la questione travalichi i pozzi della Conca Ternano-Narnese, proprio perché quei pozzi, contaminati da diversi composti perfluoroalchilici, non dissetano solo il capoluogo e l'antica Nequinum, ma alimentano molte altre realtà del sud dell'Umbria. I pozzi chimicamente contaminati di Fontana di Polo, Cerasola e Argentello servono infatti anche SanGemini sud, Amelia, Penna in Teverina, Lugnano in Teverina, Giove, Attigliano, Alviano, Guardea e Montecchio. Bene parimenti ricordare che le utenze di Penna, Giove, Guardea e Montecchio sono integrate pure da pozzi diversi -di cui non sappiamo tuttavia se ARPA abbia mai svolto analisi sui PFAS. Mentre i residenti interessati dal problema -presumibilmente molte decine di migliaia di persone- continuano a pagare profumatamente per acqua potabile talora carica di criticità igienico-sanitarie, 'Italia Nostra' chiede ancora una volta ad ARPA, Regione, ASL, AURI e SII-ACEA di chiarire se siano mai intervenuti; cosa stiano attualmente facendo; e come mai, in ben sei anni, nulla sia stato fin qui comunicato pubblicamente, con la necessaria forza mediatica. E infine: perché il gestore insiste ancora nel prelevare acqua dai pozzi della Conca Ternano-Narnese, lasciata inquinare dai soliti ignoti per decenni e decenni, quando bisognava pianificare da tempo nuovi acquedotti sicuri? 

E quando la politica nazionale e locale programmerà finalmente le necessarie bonifiche in quella che Rai 1-TV7 definì icasticamente "La valle dei veleni", tra le grida ipocrite del sinedrio locale?


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